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Forse c'è qualche errore. Di troppo.

ChatGpt di Microsoft-OpenAi, a quanto pare, dopo un picco di popolarità, sembra che abbia iniziato a perdere utenti e a guadagnare inchieste di vario genere sul suo operato e Bard, a cui ho accennato nell'ultimo articolo,il suo concorrente più famoso, sta avendo la stessa sorte. Ha cominciato a perdere utenti e installazioni ancora prima della fine della ripresentazione

Anche lui, dopo il primo botto da novità, ha perso installazioni. Già che c'è fa il possibile per infilare un sacco di errori nelle risposte alle domande che gli vengono poste o se le inventa e, soprattutto, non racconta mai dove trova la documentazione per le sue risposte.

Le campagne di marketing per il lancio di entrambi non sono state da meno. ChatGPT, almeno in alcune aree professionali, era la risposta a tutti i loro problemi che le caratterizzavano. Buona parte dei utenti professionali ha inteso che problemi significava subalterni a cui pagare lo stipendio.

Hanno preso quel chatbot, l'hanno addestrata in qualche maniera e si sono liberati dei subalterni o li hanno demansionati, tenendosi gli stipendi dei licenziati che hanno nascosto in qualche altra risorsa a loro disposizione. Ora si accorgono o cominciano ad accorgersi che forse non è stata una buona idea.Com'è giusto che sia

Tanto per fare buon peso, come si dice, sembra che ChatGPT,dopo l'ultima versione, stia diventando deficiente. I suoi progettisti hanno suddiviso il suo funzionamento in più sottounità e la sua "intelligenza" è finita in caduta libera. Senza rimedio,al momento.

Anche per Bard la campagna pubblicitaria ha annunciato il ritorno di quel chatbot con qualche trucco: ha annunciato, qualcosa di simile a quanto era stato detto per chatGPT aggiungendo, in via prudenziale, che la sua interfaccia era sperimentale,ma, nonostante questa sua caratteristica, era più vicino alle esigenze degli utenti umani rispetto a quella della concorrenza.

In quella ripresentazione è stato fatto vedere che l'utente poteva comunicare con Bard in maniera molto più gratificante, quasi come "dall'altra parte" un altro umano fosse lì pronto a rispondere alle richieste dell'utente.

Naturalmente le corbellerie di Bard sono arrivate quasi subito, appena qualcuno ha cominciato ha cominciato a fare domande a cui quell'AI non poteva rispondere sbirciando in rete per scopiazzare le risposte com'è stata addestrata a fare .

In entrambi i casi e in tutte le presentazioni, qualcuno ha spacciato, presso tutti i potenziali clienti e utenti, queste IA giocattolose come strumenti di lavoro ineguagliabili, almeno per certi scopi, ma si è guardato bene dall'avvertirli che erano pure ottimi generatori di profitti per qualcun altro. Alle loro spalle, oltretutto.

Nemmeno finita la ripresentazione già c'erano i primi problemi che vennero risolti, al momento con la precisazione che Bard era solo un'AI sperimentale e, quindi, in Google si prendeva la responsabilità degli errori, implicitamente attribuite a chi gli faceva le domande "sbagliate" per provarlo e recensirlo.

La coscienza sporca, in quei momenti, doveva essere una moda molto diffusa in Google e nella rete perchè leggendo tra le righe nei blog che narravano le vicende di Bard, parecchia gente stava facendo gli scongiuri perchè non capitassero gli errori grossolani della prima presentazione.

Quegli scongiuri sono serviti a poco perchè gli errori si sono ripetuti. Non così grossolani come nella precedente presentazione, ma si sono ripetuti e parecchia gente in rete e svariate aziende, Google compresa, "hanno perso la faccia".

Anche in questo caso, come ain altri simili, costoro hanno fatto in modo che la vicenda sparisse, gradualmente, dalle prime pagine dei blog. Qualcuno se n'è accorto e ha fatto in modo che altri lo venissero a sapere parlando di tutt'altro genere di cose.

Dall'altra parte di questo collegamento c'è un messaggio che parla di come rendere un tweet virale. Non ha alcun legame con l'argomento che stiamo trattando ma se lo si legge fino in fondo, si trovano altri collegamenti e tra di essi ce n'è uno che fa al caso nostro.

In quella parte dell'articolo l'autore accenna ad una piccola prova che ha voluto fare prima di costruire il suo tweet virale e ne commenta il risultato. Suggerisco di leggere quella parte dell'articolo e pure il resto.

Oltre ad essere interessante è pure divertente e mostra come scrivendo opportunatamente qualcosa, si può fare in modo che si diffonda in rete senza troppo sforzo e com'è facile prendersi gioco dei creduloni che credono a chiunque assicuri loro lauti profitti alle spalle di qualcun altro com'è stato fatto, per quanto mi riguarda, con quelle AI recentemente proposte.

Servirà per la seconda parte di queste righe che state leggendo, sugli errori, la viralità di certe campagne pubblicitarie e di decisioni commerciali prese per incrementare l'acquisto di taluni prodotti, che,magari, una volta acquistati non risultano propriamente come sono stati presentati.

Per il momento mi fermo qui. Alla prossima chiacchierata.

N.B:La foto di testa è presa dalla rete ed è una copia dell'originale presente in pedalo.co.uk, nella pagina in cui vengono presentati alcuni esempi di "pagina non trovata" trovati in rete.

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