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Quant'è probabile la probabilità?

Questo genere di domande viene posto quando non si sa bene se la risposta che cerchiamo si riferisca qualcosa che non sappiamo se esista o se la sua esitenza è una convenzione che può fare comodo in talune occasioni

La probabilità, in sè, è, solitamente, una valutazione personale, sfumata tra l'esistenza e l'inesistenza.Ma non sempre è così e se bisogna spiegarlo la probabilità non è più solo una convenzione, ma una cosa reale e un'altra storia che ora proveremo a raccontare.

Di solito si parla o si dovrebbe parlare di probabilità di un evento, o di una eventualità, quando si pensa che dovrebbero capitare ma non ne abbiamo la certezza che capitino sicuramente.

Nel caso contrario, quello in cui quella certezza c'è, la manifestazione dell'evento o dell'eventualità devono essere descritti con altri strumenti legati alla frequenza con cui si ripete quella manifestazione a cui fanno ricorso la maggior parte dei testi e degli articoli su questo argomento.

In teoria dovrebbero esserci ancora altri due tipi di probabilità:quella empirica in cui la valutazione dell'esame deve essere ripetibile anche dopo ripetuti esami che hanno dato sempre la stessa risposta sull'evento o sull'eventualità che bisogna misurare..

Esiste pure la probabilità assiomatica secondo cui una volta individuate le regole di base si deve dimostrare tutto il resto. In questa sede le considereremo come sparpagliate tra la probabilità frequentista e quella soggettiva di cui s'è parlato nelle righe che avete appena letto.

Nel seguito io ne presento alcuni collegamenti ad articoli o testi che mostrano in quanti modi e loro sfumature vengono usati per descrivere la probabilità ed il suo mondo.

Leggeteveli, sono interessanti perchè sostengono, più o meno esplicitamente,l'idea che la probabilità non esiste (=siamo capaci di quantificare l'esistenza di qualcosa solo in maniera personale) salvo alcune eccezione un tantino dubbie.

Altri non sono d'accordo e secondo loro, basta passare dal punto di vista soggettivo (=secondo me la possibilità che quell'evento ci sia è del 30%) a quello basato sul conteggio di quante volte l'evento o l'eventualità si sono manifestati.

A tale scopo costoro verificano se l'evento o l'eventualità possa verificarsi ripetutamente (=quell'eventualità s'è verificata il 70% delle volte in cui noi l'abbiamo studiata).In caso positivo, l'esistenza della probabilità è dimostrata (sto semplificando).

C'è chi è ancora più pignolo e partendo da quel conteggio pretende che quell'esistenza venga conprovata anche nei suoi particolari più fini iniziando dalle verifiche e dalle dimostrazioni di base.

In altri termini, chi appartiene a questa scuola di matematica probabilistica parte dal presupposto, che quell'evento di manifesti in qualche modo dimostrabile. Se si riesce a dimostrarlo si può partire per dimostrare il resto.

A tale proposito i corsi o gli articoli "classici" sulle probabilità sono un'utile maniera per capire qualcosa sulla sua esistenza, ma non su cosa è, altro affare. Per questa eventualità ce ne sono altri,ottimi, sparpagliati in rete. Basta cercarli e qualcosa di trova sicuramente.

Quest'altro articolo ,invece ha un valore storico: è il racconto delle discussioni tra svariati personaggi, che si sono occupati di cose alla base probabilità e del loro calcolo.

Da non scordare, come sempre, di non prendere troppo sul serio, in casi come questo, perchè quanto viene trovato solitamente rispecchia esclusivamente il modo di vedere le cose di chi ha predisposto quel materiale e il risultato della ricerca potrebbe non essere ripetibile.

Per ora mi fermo qui. Al prossimo articolo.

N.B:L'immagine di testa, è tratta da una delle pagine di freepik.com

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