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Apple pagherá al fisco italiano 318 milioni di euro, dopo l'inchiesta per frode fiscale


Quanto costano le mele?
Apple ha deciso di pagare 318 milioni di euro al Fisco italiano. La storia è semplice ed era nota a tutti. Apple Italia Srl vendeva prevalentemente in Italia e il fatturato veniva messo a bilancio in Irlanda, dove la Apple Sales International pagava aliquote molto basse. L'accusa era ed è ancora, malgrado la decisione di pagare, di omessa dichiarazione fiscale per i cinque anni compresi tra il 2008 e il 2013.
Non descriviamo nel dettaglio il meccanismo; spiegazioni e approfondimenti, migliori di quelli che potremmo fare noi, li potete trovare ovunque, in Rete e non solo. No, stavolta facciamo i moralizzatori. Quelli che stigmatizzano e additano il colpevole, così, tanto per sfogarsi e per condividere con tutti voi quel po' di rabbia (rimasta) dinanzi a notizie del genere. L'azienda di Steve Jobs, dei sognatori e dei folli, dello stile, della sicurezza, dell'eleganza, dell'affidabilità, della bellezza. L'azienda che ha venduto e vende ancora un'esperienza unica in ambito informatico, un'esperienza che per molti sfiora il misticismo, la purezza zen applicata ai computer, agli smartphone e ai tablet, ebbene, questa azienda barava. E rubava. Direte, sì, ma rubano tutti. Almeno tutti quelli che possono. Pensate sia una buona giustificazione? Ve lo diciamo noi: no. Non è una buona giustificazione.
Ok, stiamo facendo i moralizzatori, però siamo forse più nauseati da quelli che criticano i moralizzatori. Lasciamo stare tutta la fuffa che ha circondato la Apple nei secoli dei secoli. Soprattutto tutta la retorica che ha ammantato le scelte e le direzioni intraprese dalla Apple. Lasciamo pure stare l'aura da santone tecno-ecologico che avvolge l'utente Apple, come fosse una eredità di Steve Jobs, quando in realtà è parte integrante e decisiva di quella capacità di creare una dipendenza estetico-funzionale negli utenti stessi. Lasciamo stare tutto e concentriamoci su un paio di cose, semplici, semplici.
La prima cosa riguarda i prodotti Apple che, malgrado siano pericolosamente scivolati indietro di qualche passo, rimangono ancora qualcosa "per cui vale la pena". E le pene del portafoglio. La seconda cosa è una constatazione o forse un auspicio: che il 2016 porti un po' più di onestà. Google, Amazon, Facebook, ecc. sono avvertiti. Ecco, sarebbe bello che dietro la qualità Apple ci fossero una maggiore trasparenza e correttezza etica (ve l'abbiamo detto che siamo dei moralizzatori rompi*****). Così, giusto per sentirsi un po' meno stupidi quando sentiremo per la milionesima volta quel "bong" iniziale. Un suono così zen da meritare un capitalismo che non bari.


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