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Siri, Apple e gli altri...

Siri e la Apple non soffrono più di solitudine. Ora anche Watson, Sherlock Holmes e Google fanno loro compagnia.

Persino Sir Arthur Conan Doyle è qui; si è reincarnato in IBM, la costruttrice di Watson.

Sta diventando una moda usare l'intelligenza artificiale ( di qui in poi detta IA ) nei dispositivi mobili; Watson, Siri e il suo equivalente Google ne sono un esempio.

Ciascuno di loro possiede delle particolarità che li differenziano l'uno dall'altro e li destinano a scopi diversi.

 Siri, fondamentalmente, è un fornitore IA di informazioni specializzate in cose social e produttività personale ( ricorda appuntamenti, note, cerca qua è là prima di rispondere alle domande su cose che non conosce e possiede persino una vaga forma di umorismo)...

L'equivalente prodotto Google, invece, è un' entità IA specializzata in ricerche nella rete per via della sua discendenza dal motore di ricerca di Google; fa, anche lui, un po' di tutto ma se gli si chiede di cercare qualcosa dando risposte adeguate, lì fornisce i risultati migliori.

Poi c'è Watson.
E' un'altra cosa. E' una IA che, oltre a comprendere  le domande fatte nello stesso linguaggio usato dalle persone per parlare, sa rispondere in maniera adeguata, sa trovare le informazioni che gli servono,  sa gestirle e quando sbaglia o si trova in difficoltà....Impara e continua a correggersi finchè le risposte non sono le più adatte alle domande dei suoi interlocutori.

Ora IBM sta provando ad implementarlo nei dispositivi mobili. Ma è difficile ridurre tutto quel software in un formato adeguato alle tecnologie disponibili....Anche se si è animati da scopi nobili come aiutare i medici, gli analisti finanziari o i profitti IBM; forse quel software è ancora troppo complesso è bisognerà attendere ancora un po' prima che gli smartphone e i tablet possano usarlo in maniera adeguata.

Infine c'è Sherlock Holmes.  Questo è il ruolo più difficile: è quello dell'utente; deve sapere fare le domande giuste, non deve usare a sproposito le tecnologie che ha a disposizione e, soprattutto, deve usare tanto buon senso per interpretare nella maniera migliore le informazioni e i suggerimenti che gli vengono dati....

Tra l'altro, ha anche il difetto di non essere un dispositivo artificiale, sbaglia, cambia di idea e talvolta si trova in difficoltà a prendere le decisioni giuste o a fare le domande più appropriate.

Al momento però l'utente è l'unico dispositivo, per così dire, che è in grado di prendere decisioni creative, risolvere problemi con poche informazioni,  mettere a suo agio l'interlocutore e, se è necessario, a immedesimarsi in lui e nelle sue esigenze....

Magari mescolando, integrando o convincendo a cooperare a questi due tipi di dispositivi, prima o poi si protrà ottenere qualcosa di interessante. Chissà....

3 commenti :

  1. Con questo articolo, a dir poco brillante nella sua originale e azzeccata descrizione/interpretazione dei vari assistenti vocali con o senza intelligenza artificiale, do UFFICIALMENTE IL BENVENUTO al nostro nuovo collaboratore, Diego De Zan, che spero ci allieti ancora, quando il tempo glielo consentirà, di chicche come questa... Una simpatica e chiara analisi tecnologica espressa in chiave quasi romanzesca...
    PS: Diego però la prossima volta metticela 'na firma!!
    :-)

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  2. Aehm.....Completamente scordato....Chiedo scusa a tutti....

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  3. @Diego De Zan

    Benvenuto nello staff Diego, lieto di conoscerti!!

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