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Spigolature dalla rete

 
Se mi è consentito esprimermi con un po' di ironia, la frase più ripetuta in rete, per quanto riguarda l'informatica e settore affini è: Apple non capisce niente, la concorrenza e i suoi critici, nell'ordine che preferite, ne capiscono più di lei ed è colpa sua se gli altri rimediano solo figuracce quando devono tornare a contatto con la realtà e mostrare quello che sanno fare. Possibilmente senza copiarsi tra di loro o scopiazzare malamente Apple.

Spectre e Meltdown, con le loro ultime vicende, sono apparse in rete quando per qualcuno le vendite andavano bene e per altri no. Secondo alcuni analisti in vena di consuntivi e di sparpagliare per la rete i loro scritti, quei dati erano trovati ed esposti con qualcosa di sbagliato, erano diversi rispetto alle previsioni, le loro ovviamente. C'è da dire, però, che quella  raccolta di dati non era nulla di ufficiale; erano il frutto di qualcuna di quelle ricerche sull'andamento del mercato che circolano in rete  periodicamente e vengono puntualmente strumentalizzate a favore di questo o quel produttore anche se è noto che non sono molto precisi ma si limitano a dare un'idea della tendenza di mercato. Di solito vengono presentati da istututi di ricerca con analisti che trovano dei dati che a loro interessano, li tabellano in qualche modo, li presentano commentandoli in qualche modo e li diffondono in rete.

Ultimamente qualcosa deve essere andato storto perche, secondo alcune previsioni, dovevano essere molto diversi da quelli presentati. In pratica Apple doveva perdere ulteriormente vendite, i suoi concorrenti Microsoft - Windows dovevano rimenere costanti o non perdere comunque troppo e altri dovevano guadagnare. Non è andata così e qualcuno non ha gradito e l'ha presa talmente male che altri, per calmarlo, hanno cominciato a raccontare di tutto su Apple, i suoi concorrenti, Spectre e Meltdown. Ammettere di aver sbagliato analisi e previsioni per costoro avrebbe potuto implicare una variazione di reddito, forse un po' troppo brusca per i loro gusti.
Meglio distrarre il loro pubblico e la rete con quelle notizie in modo da mettere al sicuro la propria posizione, i relativi profitti e scansare quesiti sulle proprie competenze professionali.

Spectre e Meltdown sono dovuti, a quanto sembra, dalla mancanza di qualche riga di codice nella gestione dei processori omesse da chi li produce, Intel,AMD e altri hanno omesso, magari anche solo parzialmente, per accelerarli ed aumentare la velocità di calcolo e di vendita dei loro processori. Ora, chi più, chi meno, pagano questo errore di valutazione. Le notizie su queste cose, però non sono solo negative e nascondono un sotto fondo di umorismo. Intel ha deciso di porre rimedio alla sua parte di errori di valutazioni e di programmazioni con delle correzioni dei codici dei suoi processori atte ad evitare ulteriori danni.Poco dopo, però si sono accorti tutti che i danni che lei intendeva riparare erano ai suoi profitti più che ai suoi processori: Microsoft ha fatto qualcosa di simile e il risultato di queste correzioni è stato tale che non si sa se bisogna mettersi a ridere o piangere. Alcune macchine sono state talmente contente di ricevere questo codice che si sono messe ad accendersi e spegnersi a ripetizione per la gioia. Altre invece si sono date per morte e ora Intel deve rifare tutto da capo. Con somma gioia dei concorrenti  e qualche dispiacere di alcuni redattori dei blog Apple.

Se si va a leggere questo articolo ci si rende conto in sè non è male, ben scritto, ben documentato anche se l'indicazione delle fonti, della documentazione da cui l'autore ha tratto buona parte del testo, non c'è. I guai arrivano quando si tratta di commentare quanto appena scritto. Dimostra subito di avere idee tutte sue sul coinvolgimento di Apple nelle vicende narrate e quando si mette a fare l'analista fa un po' di confusione, nulla di grave, per usare un po' di ironia, tra le vendite e gli acquisti, le aree di mercato in cui avvengono e quei lettori a cui il suo articolo non farà una buona impressione.

Per il momento terminiamo qui.


N.B: Le mani che si disegnano a vicenda, in testa all'articolo, sono opera di M. C. Escher. Sono un po' come talune notizie della rete con il vezzo dell'autoreferenzialità.

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