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Quando nella testa, c'è un po' di confusione....

Ogni tanto compare in rete qualche articolo o resoconto di interviste a curiosi personaggi che hanno un po' di confusione in testa. In genere costoro fanno un po' di confusione su come sfruttare l'opportunità loro offerta per pubblicizzare sè stessi e le loro cose. Di solito è un genere di pubblicità travestita da intervista in cui devono rispondere a delle domande fatte ad arte da qualcuno. Di tanto in tanto però l'intervista non prende la piega prevista e gli intervistati non sembrano accorgersene, convinti come sono di essere loro ad usare l'intervista ai propri fini e non il contrario come capita in realtà.
Qualche giorno fa ho letto una di queste interviste pubblicitarie per pubblicizzare dei libri e mi sono venuti in mente i bokeh...Una variante della confusione presente attorno a noi e in rete.
Bokeh è un termine, di origine giapponese, usato in fotografia per indicare sfocature nelle immagini e, anche se poco usato, di qualcosa che non ci è ben chiaro del mondo intorno o dentro di noi. Di conseguenza, lo si può anche considerare un pudico eufemismo per quella "confusione mentale" o quei "problemi intellettivi" che ci ritroviamo quando non comprendiamo come risparmiarci qualche figuraccia senza troppo cambiare la nostra vita...
Tanto per capire a cosa mi riferisco, nel seguito riporterò, alcune impressioni che ho avuto dell'ultimo intervento di Ken Segall, ex capo marketing di Apple.
Questa intervista - marchetta, quella a cui ho accennato qualche riga più su, gli è servita, con la complicità dell'intervistatore, per fare un po' di pubblicità a se stesso, il suo blog, e i suoi libri raccontando varie cose su Apple e, tra di esse, quella che a Cupertino è andata persa la semplicità, qualunque sia il significato di quella frase. Ovviamente tutti i blog, siti e luoghi nella rete ove si è parlato di quella sua uscita  hanno ignorato i bokeh di cui era vittima Ken Segall e hanno evidenziato la parte su Apple e, sopratutto, quella frase.  A proprio uso e consumo. Nessuno, intervistatrice compresa, gli ha chiesto, per non metterlo, in difficoltà, dopo questo bokeh, di questa confusione mentale, che gli ha impedito di comprendere la differenza che c'era tra la sua Apple e quella di adesso, tra la sua politica aziendale, commerciale e produttiva odierna e quella di quando c'erano lui e il buon Steve Jobs.....
Dal canto suo, Ken Segall s'è guardato bene dal chiedersi perchè l'intervistatatrice ha evitato accuratamente di ricordargli che era passato del tempo da allora e che nel frattempo qualcosa potrebbe essere cambiato in quell'azienda che era stata così importante per lui.
Dopo tutto quel tempo dalla sua dipartita forse avrebbe dovuto trarne delle conseguenze e prendere delle decisioni adeguate, per usare un po' di ironia.
Lui non l'ha fatto e quell'intervista - marchetta non era stata pianificata per fargli delle domande intelligenti e degne di tale nome. Lui era lì per farsi un po' di pubblicità contando sulla complicità dell'intervistatrice ma i risultati, forse, non sono stati quelli preventivati . Da esperto Marketing qual'è o ha fatto credere di essere, ha attirato l'attenzione del pubblico prendendosela con Apple e l'ha poi spostata sulle sue cose. Ma non s'è accorto che lei stava facendo lo stesso giochino con lui...
Quell'intervistatrice, ovviamente si è guardato bene dall'evidenziare, quel bokeh dentro la testa del personaggio che aveva di fronte, quella confusione su chi o cosa usava e chi o cosa veniva usato ai propri fini, o la sua mancanza di tatto e di signorilità nei confronti di qualcuno con cui non ha più nulla a che fare da un sacco di tempo.
Posso comprendere che Ken Segall deve mangiare tutti i giorni (è un'ironia...) e che ritiene di riuscirci vendendo i suoi libri....Ma un po' più di buon gusto e discrezione nei confronti di qualcosa, che lui ha lasciato da anni, non avrebbe guastato....A prescindere da chi, in questa vicenda, abbia ragione o torto.


Per il momento ci fermiamo qui.

N.B:  L'immagine di testa è una copia dell'originale presente anche in twitter...Credo.
Nei prossimi articoli troverete qualche commento su altre vicende simili a questa e sulla miopia di certi commentatori o dei blogger che riportano le notizie e articoli altrui come accanimento terapeutico nei confronti del loro blog o sito.

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